25 dicembre – Festa del Sole
Sin dall’antichità l’uomo ha nutrito una riverenza verso il sole come divinità creatrice. Festeggiava il sole nel solstizio (sole fermo) d’inverno, giorno di luce più breve dell’anno dal quale la natura rinasce via via che la luce del giorno torna ad aumentare.I celti festeggiavano il solstizio d’inverno raccogliendo vischio che i druidi (sacerdoti) bruciavano come rito propiziatorio.Gli antichi romani in questo periodo dell’anno (21/25 dicembre) festeggiavano i saturnali (in onore di saturno dio dell’agricoltura).
Nel 272 Aureliano sconfisse la principale nemica dell'impero (riunificandolo), la Regina Zenobia del Regno di Palmira, grazie all'aiuto provvidenziale della città stato di Emesa . L'appoggio dei sacerdoti di Emesa, cultori del dio Sol Invictus, ben dispose l'imperatore che, all'inizio della battaglia decisiva, disse di aver avuto la visione benaugurante del dio Sole di Emesa.
Così nel 274, Aureliano trasferì a Roma i sacerdoti del dio Sol Invictus e ufficializzò il culto solare di Emesa, edificando un tempio sulle pendici del Quirinale e creando un nuovo corpo di sacerdoti (pontifex solis invicti). L'adozione del culto del Sol Invictus fu vista da Aureliano come un forte elemento di coesione dato che, in varie forme, il culto del Sole era presente in tutte le regioni dell'impero. Anche molte divinità greco-romane, come Giove e Apollo, erano identificate con il sole. Sebbene il Sol Invictus di Aureliano non sia ufficialmente identificato con Mitra, richiama molte caratteristiche del mitraismo, compresa l'iconografia del dio rappresentato come un giovane senza barba nato da una vergine ed affidato a 12 sapienti che lo consideravano “il salvatore”.
Aureliano consacrò il tempio del Sol Invictus il 25 dicembre 274, in una festa chiamata dies natalis Solis Invicti, "Giorno di nascita del Sole Invitto", facendo del dio-sole la principale divinità del suo impero ed indossando egli stesso una corona a raggi. La festa del dies natalis Solis Invicti divenne via via sempre più importante in quanto si innestava, concludendola, sulla festa romana più antica, i Saturnali.
L'Imperatore Costantino, che era, e rimase, anch’egli un cultore del Dio Sole, abbracciando la fede cristiana trasformò nel 330 la festa del Sol Invictus del 25 dicembre in Festa Cristiana. In precedenza (7 marzo 321) Costantino aveva cambiato anche il nome del primo giorno della settimana, festivo: da Dies Solis (“il venerabile “giorno del Sole) a Dominus, (giorno del Signore). Questi cambiamenti non furono sempre graditi, tanto che nel centro-nord Europa è rimasto l’antico nome di giorno del Sole (Sunday tra i Sassoni, Sontag tra i germanici).
Nel 337 Papa Giulio I ufficializzò la data del Natale da parte della Chiesa Cattolica, come riferito da San Crisostomo nel 390: “In questo giorno, 25 dicembre, anche la natività di Cristo fu ultimamente fissata in Roma”. Nel 354, si menziona per la prima volta in un calendario della liturgia romana la festa del 25 dicembre cristiano. Nel 461 questa scelta sarà riconfermata da Papa Leone Magno. Altri autori ecclesiastici rinviano al 354 con Papa Liberio la prima apparizione del Natale in Occidente.. La scelta della Chiesa di Roma di far coincidere la nascita di Cristo con la festa pagana più celebrata fu un tentativo di rispondere alla grande partecipazione che il culto del sole conservava tra la popolazione dell’Impero, adattandolo culto alla nuova religione. Successivamente un’operazione del genere fu fatta anche ricorrendo alle figure dei santi per sostituire divinità o feste locali (S.Giorgio=Parilia, S.Giovanni=acqua, Assunzione=Diana.)
In Africa e centro-sud America questa pratica ha preso il nome di sincretismo religioso.
Nei primi tre secoli del Cristianesimo, la nascita di Cristo aveva date diverse: 18 aprile, 29 maggio, per S.Cipriano era il 28 marzo, per S.Ippolito il 23 aprile, secondo Clemente Alessandrino il 20 maggio o il 10 gennaio o il 6 gennaio; quest’ultima data poi si affermò in oriente e da lì giunse a Roma fino al cambiamento deciso da Costantino e poi ratificato dal Papa Giulio I.
L’imperatore Giustiniano, circa duecento anni dopo, legalizzò questa data per tutto l’Occidente
Altre Chiese cristiane, come quella ortodossa, copta, armena, continuano invece a celebrarla il 6 gennaio (Epifania = Annunciazione)
All’epoca i cristiani della Mesopotamia accusarono i loro fratelli “romani” di idolatria e di adorare il Sole per aver adottato la Festa del Sole come festa della nascita di Cristo.
Anche le Chiese della Riforma, a cominciare dai Calvinisti, accusarono la Chiesa di Roma di cedimento dei cristiani al paganesimo. In effetti la dimensione pagana nel Natale durò a lungo.
Ancora centotrenta anni dopo la decisione di Costantino, nel 460, il Papa san Leone Magno sconsolato scriveva: ”E’ così tanto stimata questa religione del Sole che alcuni cristiani, prima di entrare nella basilica di S. Pietro, dopo aver salito la scalinata, si volgono verso il Sole e piegando la testa si inchinano in onore dell’astro fulgente. Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto che viene ripetuto per mentalità pagana. I cristiani devono astenersi da ogni apparenza di ossequio a questo culto degli dei” (7°sermone tenuto nel Natale del 460 – XXVII-4).
Lo stesso S.Ambrogio dovette ammettere: “Cristo è il nostro nuovo Sole”
Nel 376 venne soppresso il culto di Mitra a Roma per ordine del prefetto.
Con l’editto dell’ imperatore Teodosio del 392 che diede inizio alle persecuzioni contro i riti pagani (da “pagos”=villaggio”), si conclusero a Roma le ultime celebrazioni alla Dea Iside, madre di Horus (il dio Sole egiziano), e infine nel 536 con i decreti dell’Imperatore Giustiniano con cui chiudeva l’ultimo tempio ad Iside in Egitto, il Natale lentamente si affermò come festa cristiana in tutto l’impero.
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