L'ultima pubblicazione di Silvia Calamati
QUI BELFAST. 20 ANNI DI CRONACHE DALL’IRLANDA DI BOBBY SANDS E PAT FINUCANE
(Roma, Edizioni Associate, 2008. Euro 16,00)
ISBN 9788826704814
Qui Belfast è una raccolta di articoli, pubblicati nel corso di vent’anni, con cui Silvia Calamati, oggi collaboratrice di RAI NEWS 24, cerca di aprire ancora una volta una breccia nel muro di omertà e connivenze costruito attorno al conflitto nord-irlandese: una censura il cui prezzo più alto è stato pagato da migliaia di cittadini innocenti. Girando in lungo e in largo le Sei Contee nord-irlandesi la giornalista ha raccolto le voci di gente comune, ma anche di personalità di spicco del mondo politico e culturale e religioso. Ha inoltre seguito il difficile processo politico che ha portato, dagli inizi degli anni Ottanta, alla firma dello storico “Accordo del Venerdì Santo” dell’aprile 1998.
Nonostante tale accordo non si è ancora giunti a una “pace con giustizia” in Irlanda del Nord. Perché sono ancora a piede libero i mandanti dell’assassinio degli avvocati Pat Finucane e Rosemary Nelson, uccisi rispettivamente nel 1989 e 1999? Perché non si conoscono ancora i nomi dei killer del giornalista Martin O’Hagan, assassinato nel 2001? E perché non hanno avuto ancora giustizia le famiglie delle moltissime persone uccise in questi anni a causa della politica di collusioni tra soldati, polizia, servizi segreti e gruppi paramilitari? Perché, infine, le leggi, le istituzioni e le strutture che hanno permesso tali collusioni e violazioni dei diritti umani non sono state ancora eliminate?
Oggi il tentativo di far affievolire in tempi brevissimi una memoria storica di un conflitto in cui Londra ha avuto pesantissime responsabilità si scontra con il pressante bisogno di portare alla luce la verità su quel che è accaduto, così come richiesto dai familiari delle vittime, dai più prestigiosi organismi internazionali per i diritti umani e da giornalisti coraggiosi e indipendenti (come Brian Feeney, del quotidiano The Irish News di Belfast, o Roy Greenslade, del londinese The Guardian), i cui articoli sono riportati in questo libro.
Così scrive Calamati nell’introduzione: “Nel mio lungo rapporto con l’Irlanda del Nord è sempre stata la morte di una persona che mi ha spinto a scrivere o a tradurre, di volta in volta, un libro. Qui Belfast, invece, nasce a seguito di un progetto che è stato recentemente reso pubblico dalle autorità britanniche. L’idea è quella di smantellare il carcere di Long Kesh (quello in cui Bobby Sands e altri nove giovani detenuti irlandesi si lasciarono morire di fame nel 1981, dopo anni di durissime lotte carcerarie), per “riutilizzare” l’enorme area in cui sorgeva la prigione.
Ad oggi non ci è dato sapere se i tentativi di costruire un enorme stadio nel sito dove vi era il carcere di Long Kesh e di cancellare la memoria storica in Irlanda del Nord avranno successo. Né sappiamo se le persone che hanno subito violenza in questi trent’anni di guerra potranno avere un giorno giustizia o se coloro che nelle istituzioni dell’Irlanda del Nord sono stati responsabili di ingiustizie e violenze riusciranno a farla franca. Di certo non basteranno a cancellare tale memoria milioni di sterline, città che cambiano volto di giorno in giorno o un afflusso di turisti mai registrato prima. Quel che è accaduto a Emma Groves, Pat Finucane, Bobby Sands, Rosemary Nelson e a tante altre persone in Irlanda del Nord è radicato profondamente nelle coscienze e fa parte della memoria collettiva della gente. E lo sarà, così come succede da sempre in questo piccolo angolo d’Europa e come le antiche ballate irlandesi ancora oggi testimoniano, per tanto, tanto tempo ancora”.
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